Le strutture sanitarie rischiano di trasformarsi in trappole mortali per i pazienti se non vengono poste in essere tutte le misure preventive per evitare i rischi infettivi. È un tema di cui si discute da tempo e che appare ancora più urgente alla luce della pandemia di coronavirus in atto.
Priorità alla prevenzione
A questo proposito va segnalata la presa di posizione di Copma, azienda attiva nel campo delle pulizie e della sanificazione di ambienti in grandi comunità.
“E’ ormai acclarato che i processi di sanificazione sono parte integrante delle misure di prevenzione per il rischio Covid 19, non solo nelle strutture sanitarie, ma in quelle industriali e pubbliche”, riflette Filippo Barbieri, manager della società. “Non dobbiamo però dimenticare anche le altre emergenze sanitarie che sono l’antibiotico-resistenza e le infezioni correlate all’assistenza. L’attuale utilizzo così massiccio di disinfettanti chimici a concentrazioni molto elevate e per periodi così lunghi, può contribuire ad aumentare il problema legato all’antibiotico-resistenza”.
Esperienza sul campo
Barbieri spiega: “Anche se ora tutti i nostri sforzi sono concentrati sul contenimento del Covid 19, non possiamo dimenticare le altre potenziali minacce per la salute pubblica ritenute prioritarie fino a pochi mesi fa: una di queste è l’aumento dei superbatteri resistenti agli antibiotici – un’emergenza che il Covid 19 potrebbe addirittura peggiorare”.
L’antibiotico-resistenza è causa di circa 11 mila morti all’anno in Italia e più di 30 mila in tutta Europa. Si stima che, in assenza di interventi, si potrà arrivare a 10 milioni di decessi dovuti a superbatteri nel 2050.
Nell’epoca del Coronavirus, la sovrainfezione batterica è una complicanza comune nelle polmoniti virali che vede un ampio uso di antibiotici in questi pazienti. Una ragione in più per affrontare di petto l’emergenza.